
·Una favola per Natale·

Ho cercato una storia, o meglio una favola per Natale, ma non l’ho trovata. Ho pensato allora di provare a immaginarla. Non tanto una favola con un inizio e una fine. Più una breve lista di desideri. La mia letterina a Babbo Natale.
Vorrei ci fosse la neve, innanzi tutto. Non ho mai passato un Natale con la neve, nemmeno quell’anno in cui andai con gli amici in settimana bianca, perché mi pare partimmo il 27 dicembre, a Natale e Santo Stefano già fatti. Sarebbe bello, invece, affacciarsi alla solita finestra, la mattina del 25 dicembre, e trovare le case, le strade e le macchine coperte di bianco. E’ capitato qui a Roma, un anno, nel giorno dell’Epifania, e fu bellissimo. Sarebbe ora che accadesse anche a Natale, per giocare a palle di neve, scivolare per le discese innevate, bagnarsi e poi riscaldarsi.
Vorrei ricostruire quella casa diroccata, vuota e abbandonata da troppo tempo. Per far rivivere chi la abitò.
Vorrei poter vedere di nuovo le persone alle quali ho voluto bene. Parlare, ballare, brindare, ridere e piangere anche con loro.
Vorrei incontrare le persone che ancora non ci sono e che verranno.
Vorrei che ogni bambino venisse esaudito nel suo desiderio più grande. Ma pure i ragazzi. E anche noi adulti, perché no?
Vorrei che gli ospedali si svuotassero. Che ci fosse la pace in ogni angolo della terra, in tutte le case e in ogni momento della vita di ciascuno. E con la pace, anche amore, prosperità e salute. Che nessuno debba sentirsi solo. Che nessuno debba morire per sperare di vivere. Che il mondo, questo mondo, fosse un luogo in grado di accogliere tutti, uno per uno, senza distinzioni di razza, sesso, religione. Che ognuno possa trovare e poi essere sempre se stesso, insieme agli altri.
Vorrei, poi, che il tempo fermasse i suoi rintocchi su un momento eternamente felice.
Qualcuno deve avermi detto, quando ero bambino, che per avere quello che vuoi è sufficiente chiudere gli occhi e immaginarlo. Perché è una cosa che faccio, ogni tanto, soprattutto quando sento che qualcosa, o molto, non va. Quindi ora chiudo gli occhi, e quello che ho scritto prima è davanti a me.
Grazie Babbo Natale.