
·Task force d’oro, marcia indietro·
Marcia indietro. Ma ci sono voluti la messa in mora della Corte dei Conti e la lettera del direttore generale Cristina Gerardis perchè si rimangiassero tutto. E anche sei mesi di conciliaboli. Alla fine la giunta regionale capitanata da Luciano D’Alfonso ha messo lo stop alla task force d’oro del Masterplan e con la delibera n.249 del 9 maggio scorso, ha cancellato definitivamente il famigerato punto 3 della delibera di novembre con cui si impegnava a
“riservare al personale del lavoro costituente la Task force, per l’attività inerente le funzioni regionali tecnico-amministrative concernenti il coordinamento, il monitoraggio e controllo da esplicare sulla esecuzione delle opere finanziate, uno specifico compenso aggiuntivo al trattamento stipendiale percepito e pari complessivamente allo 0,2 per cento dell’importo degli interventi”.

Luciano D’Alfonso
Un pacco dono da tre milioni di euro per un gruppo di dirigenti della Regione e dello staff del presidente D’Alfonso incaricati della verifica degli interventi del Masterplan. Un pacco dono illegittimo, secondo due pareri della Corte dei Conti: i dipendenti regionali non possono essere pagati due volte, vige il principio della onnicomprensività. Pareri che erano già nei cassetti della Regione, che però se ne infischiò: i beneficiari dell’obolo dalfonsiano sono indicati nella delibera, molti lavorano proprio a stretto contatto di gomito con lui e sono Ebron D’Aristotile, Fabrizio Bernardini, Evelina D’Avolio, Sergio Di Pietrantonio, Sabrina Saccomandi (che però ha lasciato lo staff per assumere l’incarico di dirigente d’ambito scolastico), Andrea Marconi, Fabio Ferrante.
La Corte dei Conti torna alla carica e a marzo scorso, con una lettera inviata alla direttrice generale, sottolinea che quel compenso è “un doppione indebito” e chiede conto alla Regione di questa decisione. Una bella gatta da pelare per la direttrice generale che si impegna a modificare la delibera.
E così, finalmente e con molta fatica, viene fatto: il 9 maggio scorso la giunta dichiara superato il contenuto della delibera di novembre “in particolare attraverso la decadenza del punto 3”, proprio quello relativa alla task force d’oro. Niente compensi aggiuntivi, niente regali, niente gallina dalle uova d’oro, così come aveva prescritto la Corte dei Conti e la direttrice generale.

Cristina Gerardis
Nella stessa delibera viene sostituito Claudio Ruffini ormai in pensione con Enzo Del Vecchio nel ruolo di componente del comitato di indirizzo per i Patti per il sud e viene indicato come verranno utilizzati i famosi 10 milioni di euro inizialmente indicati per la realizzazione della funivia che avrebbe dovuto collegare il centro di Teramo con l’Università. Un’opera inutile e faraonica bocciata dal Consiglio comunale. Saranno così ripartiti: 3 milioni per le infrastrutture dedicate alla trasportistica innovativa, 2 milioni e mezzo per la delocalizzazione di infrastrutture energetiche; 400 mila euro per il recupero di infrastrutture culturali; 1 milione e 600 mia al completamento di infrastrutture viarie “in sistemi produttivi attivi da più di 20 anni”, 2 milioni e mezzo al turismo.
ps1: ecco qua, con buona pace della Task force, l’Abruzzo recupera tre milioni di euro che sarebbero finiti nelle tasche di dipendenti regionali già pagati lautamente (e molti dei quali assunti senza concorso).
ps2: questa volta, grazie alla Corte dei Conti, Pantalone non pagherà.