
·Sulmona, che Sgarbi·
di Teresa Nannarone
“Prima di tutto vennero a smontare una villetta alla cui ombra di un pino marittimo gli anziani da decenni si fermavano a riposare. Al posto della vecchia villetta, del suo albero e delle sue vecchie panchine, misero travertino, fecero aiuole a spigolo (e chissà perché proprio a spigolo). In fondo cosa guasta, siamo solo di fronte all’acquedotto svevo voluto da Manfredi, figlio di Federico II.

Poi, giusto il tempo di distrarci un attimo e posizionarono orrende urne cinerarie a mo’ di cestini, ed altrettanto orrende panchine per pesci, sì perché sono convesse e quando piove si fa la pozzanghera. Perché va be’ che fa, siamo solo ai piedi di San Francesco della Scarpa, una chiesa monumentale del 1300.

Poi si spostarono sullo storico Largo degli Orefici, rialzarono una parte del largo, che perciò è ora diventato stretto, ma siccome non era troppo stretto anche lì, proprio davanti al “Vaschione” , fontana rinascimentale voluta addirittura dal Re Ferrante di Aragona, sparsero panchine a gogò.

Poi vennero a piazza XX Settembre, dove Ovidio assiste sempre più avvilito alla demolizione della sua Patria (SMPE), e non senza aver tolto prima importanti pietre di delimitazione ed averle sostituite con abbondante travertino, immancabili spuntarono urna e panchine. Non in un posto qualunque, però, attenzione, ma proprio sul marciapiede, anzi, precisamente dinanzi al parcheggio disabili ed una proprio sotto il segnale per i disabili.

E così, mentre la città si interrogava vivacemente su quanto travertino, urne, piscine si dovesse ancora sopportare e dove, dove ancora e soprattutto perché, (altre spuntavano nel frattempo anche a piazza Carmine insieme ad altre ancora più tradizionali ma posizionate in bilico ed ovviamente davanti ad una Chiesa) e mentre il progettista spiegava su FB che “dove c’è travertino c’è civiltà”, andarono a prendersi le lampade a parete del centro storico. E le sostituirono con i led. Ma tutti stemmo zitti perché vabbè dai, sempre a polemizzare, e non va bene che no !!


Poi, un giorno, decisero che anche il complesso della Santissima Annunziata andava rivisto. Si si, proprio quello, il più famoso e rappresentativo monumento della città, dichiarato Monumento Nazionale nel 1902. Certo però che lì urne cinerarie e piscine proprio non ci stavano bene. Troppo stacco! Ma qualcosa bisognava inventarsela: un qualcosa che stesse in continuità con le urne? O con le piscine per i pesci ?
Scelsero il macabro: si presero i lampioni e li sostituirono con altri simili a quelli che si possono vedere su foto d’epoca sui carri funebri. Però a Led. E se li presero nonostante non fossero del Comune, ma di quell’ente storico, oggi ASP, da tutti meglio conosciuto come Casa Santa dell’Annunziata.

E allora la città si indignò, disse, telefonò e scrisse.
E finalmente venne la Soprintendenza con i Carabinieri e bloccò tutto e ordinò di rimettere i lampioni dov’erano.
E poi fortunatamente venne anche Sgarbi con le sue migliaia di like a condannare quello stesso scempio e tutti si accorsero che quelle proteste, venivano condivise e rilanciate da una tribuna talmente autorevole che sì, forse avevano fatto bene, quelli che l’avevano fatto, ad indignarsi.
Prima che in questa città non rimanesse più nessuno a protestare e più nulla da devastare”.
