
·Sanità, l’Abruzzo in coda·
E’ nella penultima fascia, l’Abruzzo. Quindi in posizione molto arretrata, tra le regioni che non riescono a garantire come dovrebbero le cure dovute ai cittadini. Al top c’è invece l’Emilia Romagna, quella che Matteo Salvini vorrebbe cambiare, mentre la Campania è in coda.

E’ quanto rileva la fondazione Gimbe nel monitoraggio sui Lea, i livelli essenziali di assistenza, che nello studio pubblicato dal Sole 24 ore, ha messo in evidenza una forbice consistente tra le varie regioni italiane. Segno che i cittadini che abitano al nord hanno servizi e cure più adeguate, molte più probabilità di curarsi in modo ottimale, e in qualche occasione persino di salvarsi. Al sud, invece le cose vanno molto peggio.
Non solo: circa il 26,3 per cento delle risorse assegnate dallo Stato alle Regioni per garantire i Lea, che sono quelle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale fornisce ai cittadini gratuitamente o col pagamento del ticket, non hanno prodotto servizi. E’ accaduto tra il 2010 e il 2017.
Nella classifica quindi c’è l’Emilia in testa, col 92,2 per cento di adempimento, seguita dalla Toscana con l’89,6, dal Piemonte con l’86,9, Veneto con 86,7 e Lombardia con l’85,3 per cento.

L’Abruzzo viene molto dopo, col suo 72,8 per cento, seguito dal Lazio dalla Sicilia, dal Molise e dalla Puglia. Mentre a fondo classifica ci sono Val d’Aosta, Calabria, Sardegna, Bolzano e Campania.
E’ anche vero però che la griglia dei Lea non viene considerata più uno strumento adeguato per misurare la bontà della sanità nei vari territori (ed è da tenere presente che nel caso dell’Abruzzo ha sempre dato risultati positivi, anche se adesso, con l’introduzione a gennaio 2020 del Nuovo sistema di garanzia, cambieranno i criteri di calcolo e anche i risultati, quasi sicuramente). E infatti secondo la Fondazione, il miglioramento complessivo della performance che si è determinato nel 2017, sarebbe sovrastimato.
“La nostra valutazione pluriennale – commenta il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – fornisce numerosi spunti per definire le regole di implementazione del Nuovo sistema di garanzia che, salvo ulteriori ritardi, dovrebbe mandare in soffitta la griglia Lea dal gennaio 2020.
Infatti, la vecchia griglia Lea andrà in soffitta. Il nuovo strumento è stato sviluppato per documentare meglio gli adempimenti regionali, ma metterà in atto anche strategie per prevenirne il progressivo “appiattimento”: servirà quindi per correggere le modalità di attuazione dei Piani di rientro e permettere al ministero di effettuare “interventi chirurgici” selettivi evitando di paralizzare l’intera Regione con lo strumento del commissariamento, come è capitato in Abruzzo.