
·Ponte del cielo, ecco perché no·
No. Perchè quello davanti alla nave di Cascella è uno dei luoghi “più significativi della città di Pescara”. No perchè “costituisce il terminale di un percorso che dalla stazione ferroviaria, lungo corso Umberto fino ad arrivare a Largo Mediterraneo, consente di giungere alla spiaggia e di fruire, in uno dei pochissimi spazi dell’arenile ancora libero da costruzioni o altre forme di barriere antropiche, della vista del mare Adriatico”.
No perchè mortificherebbe anche la Nave di Cascella, che l’artista realizzò come simbolo dello scambio culturale con la sponda opposta del mare Adriatico, “una sorta di mezzo di trasporto che veicolava le aspirazioni della città ad una dimensione internazionale”. Una nave insomma, dice la Sovrintendenza, che poteva salpare dal porto liberamente, senza alcun filtro o ostacolo verso il mare.
E’ una bocciatura vera e propria, quella della Sovrintendenza, al Ponte del cielo voluto da Luciano D’Alfonso a Pescara proprio di fronte all’opera di Cascella.
“Al di là di qualunque valutazione sul valore dell’opera – costituisce una barriera antropica alla libera fruizione, visiva e pedonale, di quell’ambito che lo stesso Pietro Cascella voleva esaltare attraverso la sua opera, tanto da richiedere la rimozione della storica balaustra semicircolare preesistente, per non lasciare alcun segno costruito tra la nave e il mare”.
Il ponte del cielo risulta “alieno” all’ambito paesaggistico tutelato, rincara la Sovrintendenza, anche perchè il tratto di spiaggia libera davanti a Largo Mediterraneo è uno dei pochi dell’intera riviera pescarese a non essere stato occupato da strutture legate al turismo balneare.
Per ora è un preavviso di diniego: il Comune ha dieci giorni di tempo per presentare osservazioni. Trascorso il termine, la Sovrintendenza emetterà il parere negativo definitivo. Nel frattempo il Comune non potrà rilasciare nessuna concessione edilizia.