
·Le coccole di Silveri·
E allora l’avete letto tutti che regalo di Natale ha fatto il manager della Asl dell’Aquila Giancarlo Silveri, ormai in pensione, a siti e televisioni locali: 63 mila euro per “affidamenti in economia per il servizio di pianificazione della comunicazione istituzionale aziendale”. Soldi distribuiti un po’ a me un po’ a te ma soprattutto a Tele Sirio, emittente tv marsicana (12 mila euro, contro i 6 o i 4 in media assegnati agli altri) del figlio del neo eletto membro del Corecom Ottaviano Gentile (designato dal Consiglio regionale abruzzese), che si occupa molto giustamente dell’attività del Comune di Avezzano il cui sindaco è Gianni Di Pangrazio, fratello del presidente del Consiglio regionale Giuseppe.

Giancarlo Silveri
Ma di quale attività di pianificazione parliamo se Silveri fa approvare questa delibera il 24 dicembre, vigilia di Natale e sa già che il 31 toglierà le tende? E’ chiaro che quello stanziamento è uno stanziamento a sanatoria, per lavori già effettuati. Che tipo di lavori lo scopriremo solo vivendo, e il presidente dell’Ordine dei giornalisti ha chiesto che venga consegnata anche a lui la documentazione che sarà rilasciata dagli organi di informazione beneficiati dalla Asl aquilana. Documentazione che deve essere presentata a corredo delle fatture. Insomma, la Asl paga per cosa? I comunicati stampa, se contengono notizie, finiscono o dovrebbero finire automaticamente negli organi di informazione.
Per ora una sola voce si è alzata dalla Regione Abruzzo, quella del consigliere aquilano Pierpaolo Pietrucci:

Pierpaolo Pietrucci
<Innanzitutto va affermato un corretto, trasparente ed equilibrato sistema di relazioni tra istituzioni locali e mezzi di informazione. Quindi occorre stabilire i criteri oggettivi di cui avvalersi per diffondere le informazioni di servizio alla collettività. Va deciso quando è legittimo spendere risorse per la pubblicità sui mass media e come scegliere di volta in volta le testate da utilizzare per un’efficace trasmissione del messaggio>.
Ma non era pubblicità, non di pubblicità si parla nella delibera. E in fondo non è neppure questo il problema: quei 63 mila euro sono soldi sottratti ai malati. Le famose coccole le fanno a tutti tranne che a loro.