
·La Regione a spese nostre·
E’ da un po’ che Maperò non esce. Ma al suo ritorno trova due notizie ghiotte, di quelle che devono essere ricordate, sottolineate, scritte anche se tardivamente. Perché gli sprechi non hanno colore politico e soprattutto non hanno scadenza.
La prima: riguarda la delibera di inizio anno della giunta Marsilio, con cui il centrodestra ha utilizzato i soldi degli abruzzesi per pagare le spese legali del referendum abrogativo proporzionale voluto dalla Lega. La denuncia è stata del capogruppo Pd Silvio Paolucci e la delibera è la numero 1 del 9 gennaio scorso, con cui la Regione Abruzzo ha dato mandato al Servizio Bilancio e alla Ragioneria generale “di adottare i provvedimenti di trasferimento di risorse dalla Giunta al Consiglio regionale” per sostenere le spese di difesa del Consiglio nel giudizio di ammissibilità del referendum abrogativo relativo all’abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi nel sistema elettorale. Insomma, la Corte Costituzionale boccia il referendum della Lega e la Regione Abruzzo ricorre in giudizio con i soldi dei cittadini.

“Succube dei diktat romani il presidente Marsilio ha trascinato l’Abruzzo fra le otto Regioni sostenitrici del referendum elettorale per l’abolizione della quota proporzionale che piace solo alla Lega e su cui nei prossimi giorni si esprimerà la Consulta, costringendo così gli abruzzesi, loro malgrado, a saldare di tasca propria il conto delle spese legali”.
E gli abruzzesi è bene che lo sappiano.
La seconda riguarda il famoso, anzi famosissimo evento su D’Annunzio per il quale la Regione Abruzzo, anzi il Consiglio regionale col Comune di Pescara spese la bellezza di 400 mila euro di cui 115 mila solo per la mostra “Disobbedisco”. Bene, da poco si è saputo che la mostra-flop ha registrato solo 112 spettatori paganti per un incasso di 336 euro totali.
“È un incasso davvero imbarazzante, sia per il periodo di punta in cui si è deciso di inaugurarla, malgrado fosse sulla scia delle altre manifestazioni dannunziane pensate dalla maggioranza di centrodestra regionale e comunale per l’autunno scorso”,
ha denunciato il consigliere comunale di Pescara Giovanni Di Iacovo che ha chiesto la convocazione della commissione di vigilanza.

“Confermando questo trend, a fine mostra si arriverà a un incasso di meno di 3mila euro, decisamente un disastro e un immeritato trattamento per il nostro Vate. Ritengo che la sciatteria e l’improvvisazione portino inevitabilmente a questi flop. Il guaio é che se si trattasse di un privato gallerista sprovveduto sarebbe perdonabile, trattandosi invece di soldi pubblici, peraltro spesi a palate, la questione è molto meno perdonabile“.
Meno perdonabile, per dirla molto elegantemente.