
·La Lorenzin rifà i letti·
Non è ancora detta l’ultima parola: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si riserva di decidere sul decreto numero 4, quello con cui il commissario della sanità abruzzese Luciano D’Alfonso ha autorizzato lo smembramento della casa di cura Villa Pini. Lo ha comunicato ieri rispondendo durante il question time all’interrogazione del parlamentare di Forza Italia Fabrizio Di Stefano. La cessione della casa di cura di Chieti alla società Villa Serena e Sinergo srl, cioè Pierangeli & Spatocco, è ancora in fase di istruttoria. Il ministero si è limitato a rendere nota la risposta data dalla Regione Abruzzo.
La casa di cura Spatocco non chiuderà: è quanto afferma la Regione nella risposta inviata alla Lorenzin.
<A seguito della riorganizzazione attuata col decreto 4, la clinica Spatocco ha una dotazione di 111 posti letto, di cui 65 di riabilitazione e 46 per acuti (relativi a discipline mediche connesse alla riabilitazione)> e quindi rispetta i parametri previsti dalla legge ai fini dell’accreditamento.
Non solo: sempre a detta della Regione, con la fusione non si è verificata alcuna violazione del decreto Lorenzin. Perchè è vero che è prevista l’approvazione del piano sulla nuova rete ospedaliera ma non può essere escluso che,
<nelle more della definizione di tale provvedimento, gli erogatori privati possano nel frattempo organizzarsi in conformità con lo stesso decreto, ferma restando la possibilità di rivedere in seguito la loro riorganizzazione>.

Fabrizio Di Stefano
Questo sostiene la Regione, glissando sul fatto che in questo modo i privati anticipano le linee del piano e fissano i (loro) paletti. C’è un altro problema: il processo avviato dagli imprenditori della sanità privata non ha portato alla formazione di un unico soggetto giuridico come previsto dal decreto Lorenzin e a questa contestazione la Regione risponde che <il processo di fusione ha accorpato Villa Pini tra Villa Serena e Synergo che ne sono comproprietari in quota paritaria, riducendo il numero di soggetti giuridici da tre a due>. La Regione alla fine ammette insomma che la fusione non ha portato alla costituzione di un solo soggetto giuridico ma <si muove sicuramente nella direzione auspicata dal decreto>. Quindi accontentiamoci, sostengono in via Conte di Ruvo: due è sempre meglio che tre.
Poi aggiunge, quasi a convincere il ministero che è stata fatta la costa giusta, che a seguito del trasferimento dei posti letto accreditati da Villa Pini alle tre case di cura Villa Serena, Pierangeli e Spatocco, <viene a configurarsi una situazione nelle quali ciascuna di queste ultime presenta una propria specializzazione o vocazione, complementare a quella delle altre>.

Luciano D’Alfonso
Insomma, anche se il piano è vicinissimo all’approvazione, i privati hanno avuto la possibilità e l’autorizzazione a fare di testa loro, quando sarebbe bastato aspettare qualche mese. E sembra poco credibile che una volta approvato il piano, si possano poi rimescolare le carte.
Ma a questo punto l’ultima parola spetterà al ministro.