
·Gli asini non volano·
#inguerraperamore (Regia: Pif. Con: Pif, Miriam Leone, Andrea Di Stefano, Stella Egitto, Aurora Quattrocchi, Robert Madison, Vincent Riotta, Maurizio Marchetti, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Antonello Puglisi, Mario Pupella. Genere: Commedia , Guerra , Sentimentale)
Il secondo film di Pif è solo apparentemente una favola romantica ambientata nel ’43, nella Sicilia dello sbarco degli americani. Il protagonista, che vive in America con molti altri immigrati italiani, decide di “andare in guerra per amore” della sua Flora, promessa in sposa al figlio di un boss della mafia, amico dello zio con cui lei vive. La mafia, già esportata con successo oltre Oceano. L’unico modo che ha Arturo per impedire questo matrimonio, che sancirebbe la fine del suo grande amore, è chiedere la mano della giovane al padre; la “complicazione” è che lui vive a Crisafulli, un paesetto arroccato sulla costa siciliana, proprio dove la flotta dei “liberatori” sta progettando di attraccare per mettere fine alla seconda guerra mondiale e al nazifascismo in Europa. La locandina è significativa: il protagonista, improvvisatosi soldato, che arriva sull’isola volando su un asino. Credere agli asini che volano. Il tema di fondo è questo ed è molto amaro: lo spettatore se ne accorge gradualmente, perché la storia nella sua prima metà si snoda leggera e pittoresca, fa sorridere e anche ridere. I soldati americani arrivano “in pace”, senza eccessivi spargimenti di sangue, grazie all’intercessione di Lucky Luciano e ai suoi numerosissimi “amici” siciliani. Gli strateghi militari pensano di fare così per arrivare in Italia, in sicurezza. Utilizzano lo scambio di favori, si affidano ai mafiosi per avere garantite, in cambio della libertà e del condono delle pene anche severissime che stavano scontando nelle carceri americane ed Italiane, le strade aperte e la non belligeranza dell’esercito fascista. Insomma, Pif racconta una liberazione per nulla trionfale: per ottenere la vittoria sul campo di battaglia si dà in cambio la Sicilia, la si restituisce alla mafia. Questo è il prezzo ed è altissimo; e coloro che se ne accorgono e che non lo vorrebbero fare (perché ne sentono nell’immediato l’ingiustizia e forse ne percepiscono le conseguenze nefaste negli anni a venire) escono sconfitti, non si salvano oppure sono del tutto ignorati e quasi derisi. La “ragion di Stato” degli americani, che spazzano via il fascismo ma contribuiscono a gettare le basi di un’altra dittatura. Subdola ma altrettanto crudele. Vince solo l’amore tra Arturo e Flora, quello vince. Vince la dimensione intima, e vince soltanto ignorando la dimensione civile e politica. Una tristissima conclusione, direi senza speranza e politicamente scorretta, perché non è banale costruire un film che sembra una commedia per affermare un concetto che è un pugno nello stomaco per ogni italiano: la contropartita di quello sbarco è stata molto pesante e le conseguenze nefaste sulla nostra storia le abbiamo pagate e non abbiamo ancora finito di farlo. Non si esce con il sorriso, anche perché si scopre che la storia è ricostruita sulla base di documenti ufficiali, di lettere e testimonianze. Tutto vero, non un’ipotesi buttata lì da Pif per fare l’originale. Il sequel è: La mafia uccide solo d’estate.