
·Ersi, sospesa la poltrona d’oro·
Sempre più in bilico la poltrona d’oro di Tommaso Di Biase all’Ersi. Accolta la richiesta di adozione di misure cautelari presentata da Sebastiana Parlavecchio: la nomina dell’ex assessore di Rifondazione all’ente regionale del servizio idrico integrato al momento è congelata, in attesa del prossimo 7 giugno. Il presidente del Tar dell’Aquila Antonio Amicuzzi, con provvedimento monocratico del 26 maggio scorso, ha sospeso l’avviso di convocazione dell’Ersi, i verbali della commissione di valutazione, il decreto di nomina del direttore generale. Un provvedimento emesso in via di urgenza prima dell’udienza del 7 giugno, alla luce del fatto che
“qualora il contratto di lavoro venisse concluso, si verificherebbero evidenti e irreparabili ragioni di pregiudizio a danno della ricorrente, che imporrebbero l’immediata sopensiva dei provvedimenti impugnati e in particolare della delibera n.6 del consiglio direttivo dell’Ersi, perchè a seguito di questa, in qualsiasi momento il contratto di lavoro del candidato selezionato in base al censurato procedimento amministrativo potrebbe essere firmato, rendendo definitiva la lesione della posizione giuridica della deducente”.

Tommaso Di Biase
Aggiunge quindi il Tar che sussistono “ragioni di estrema gravità e urgenza” tali da non consentire di aspettare fino alla Camera di Consiglio per la sospensiva.
Fino a questo momento, così come ha comunicato il direttore generale provvisorio dell’Ersi, Luciano Di Biase, il contratto da 200 mila euro l’anno a Tommaso Di Biase non è stato ancora firmato. Ma se la Regione lo facesse, per la Parlavecchio, esclusa dalla selezione, sarebbe più difficile impugnare il provvedimento.
Il decreto emesso dal presidente del Tar rientra nelle novità introdotte con la legge n.205 del 2000: insieme alla sospensiva, sono state previste altre forme di tutela cautelare, e tra queste il decreto motivato con cui il presidente dispone misure cautelari provvisorie anche senza contraddittorio. In Camera di Consiglio poi, in questo caso il prossimo 7 giugno, il collegio deciderà se confermare o meno il decreto presidenziale.
Una nomina che ha provocato tantissime polemiche, quella di Tommaso Di Biase, sin dal momento della selezione. Aveva presentato una diffida, l’ex dirigente regionale Sebastiana Parlavecchio, e una richiesta di acquisizione di atti, ma il consiglio direttivo presieduto da Daniela Valenza (presidente dell’Ersi e segretaria di giunta del governatore Luciano D’Alfonso) aveva fatto orecchie da mercante: la selezione si fa lo stesso, avanti tutta.

La segretaria di giunta Daniela Valenza
E alla fine, esclusa la Parlavecchio ed escluso qualche giorno prima un altro candidato, Gilberto Ambotta, alla fine di tutta la rigorosa scrematura, se la sono giocata in due, entrambi fedelissimi del governatore: Guido Dezio e lui, il vincitore, l’architetto Tommaso Di Biase, 68 anni, autore del progetto del ponte del cielo poi bocciato dalla Sovrintendenza, ex assessore al Comune di Pescara in quota Rifondazione ai tempi di D’Alfonso sindaco.
Una poltrona confezionata per bene: lo stipendio del direttore generale, appositamente generato da una modifica dello Statuto dell’ente approvata dalla giunta regionale il 7 febbraio scorso, supererà i 200 mila euro. La Regione quel giorno inseri’ alcune novità che riguardavano proprio il direttore generale: la laurea ma non la specializzazione nel servizio idrico integrato (che avrebbe tra l’altro notevolmente avvantaggiato la candidata esclusa); inoltre stabili’ che l’incarico venisse “conferito tramite contratto a tempo determinato di diritto pubblico o con contratto di diritto privato al di fuori della dotazione organica dell’Ersi».
ps: ma non aveva fatto i conti col Tar.