
·D’Alfonso perde la commissione·
Ci aveva puntato tutto, e se l’era pure venduta. E quel giorno a Napoli, al convegno sul trasporto pubblico locale, delegato dal presidente della conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino a fare le sue veci, in un giorno così difficile sul piano personale (usciva la sentenza di appello sul caso Housework), Luciano D’Alfonso la commissione Trasporti e infrastrutture se la sentiva già in tasca.
I Chiamparino e D’Alfonso
E però non è andata così. La Conferenza delle Regioni ha deciso diversamente. L’Abruzzo si è dovuto accontentare della commissione Turismo, quella che aveva dai tempi di Di Dalmazio, nel frattempo però promossa da sottocomissione a commissione, che è già qualcosa. Ma i Trasporti nisba. Il parlamentino dei governatori, dopo mesi di incubazione e trattative sottobanco e sopra il banco, ha alla fine deciso la ripartizione delle poltrone di vertice tra le regioni capofila.

La Conferenza delle Regioni
Poltrone ambite, distribuite secondo un criterio di equilibri politici che altro non è che un cencellum regionale. Ogni commissione ha la sua importanza: prima viene la Sanità, che quest’anno è passata dal Veneto all’Emilia Romagna, e il governatore Zaia per tutta risposta ha fatto sapere che allora il Veneto non vuole niente, e tanti saluti.
Alla Toscana confermata l’Istruzione e il lavoro, alle Marche l’industria, l’agricoltura alla Puglia, l’ambiente al Piemonte, le infrastrutture che tanto piacevano a Luciano D’Alfonso invece alla Campania.

D’Alfonso e Chiamparino a Torino
E niente. E’ la seconda fregatura che Chiamparino dà al governatore abruzzese. La prima in occasione della campagna elettorale di Chieti, quando doveva partecipare al comizio di chiusura e non si è visto. Ma vista l’aria che tirava, ha fatto bene. La seconda adesso. Peccato, e dire che D’Alfonso si vantava di aver tessuto la tela per l’elezione del Chiampa.